Un ricordo di Maria Carloni

Don Giuseppe Carloni non mancava di concludere ogni campeggio parrocchiale nelle amate Dolomiti, in cui coinvolgeva giovani e famiglie, senza una poesia di rito e senza i dovuti ringraziamenti a Maria Carloni (sua cugina e Perpetua), che si prodigava prima durante e dopo il periodo di “vacanze”. Ecco lo stralcio di una di quelle poesie, tratta da Del desìo di salìr più presso a Dio, Edizioni Minardi 2003.

                                  Campeggio in Val di Fassa 10-21 luglio 1987

…un saluto molto grato

per colei ch’ha realizzato

per noi tutti qui in montagna

un campeggio da cuccagna:

col lavoro suo indefesso

ella ha pure a noi permesso

quel cammino spirituale,

nostra meta abituale.

Il Signore del Creato

sarà certo assai impacciato

allorché dovrà premiare

tanto assiduo lavorare

“Dove metto questa donna

dei campeggi una colonna

-è il dilemma più scottante-

tra le Martiri o le Sante?”

A risolvere è Maria

col propòr la terza via                                

“Mi rimandi giù di fuori

tra conigli, polli, fiori

a Bellocchi, nel mio orto,

il mio più sicuro porto,

le più belle mie vedute.

Dammi solo la salute!”

 

“I tre pruttòr de Belocchi” 

da Del desìo di salìr più presso a Dio, Edizioni Minardi 2003

Dopo aver descritto lo sconforto di don Giuseppe in cielo,

perché troppo velocemente strappato al suo amato popolo, Guido Minardi,

storico  maestro della Scuola a Tempo Pieno, gli fa dire:

-…mo cum farò, Signòr, so da per me

-borbota don Giusép- sa me chi c’è?-

-Sapesi che aiuto te darò-

un surìs del Signurìn, un frulio de voli

e se presenta don Giovanni Ceriscioli

-O Madunina santa, che surpresa

anca te maquasù tra i’angiulét?-

-M’ha chiamàt Lu, diria che m’ha custrét

per fa gì a bon fin tuta l’impresa

de prutegia Belochi e i beluchiàn.

Cum una volta insièm, c’è gita bnìn!-

-E no! manca el pés fort! Chi lava i pagn

chi pensa mai fiòr, la casa, le galìn

o ce fa un dolc, un café, ‘na ghiotoneria?-

-Ho capìt- sbota el Signor- vien su Maria!

Sti do fregnòn sensa te en polen stà,

métet la paranansa e dat da fà!

 E lora tre (en è ‘na visiòn mia)

s’abracén sudisfati tra na ragiéra d’or

dacsì Belochi s’è pres tre prutetòr:

don Giusép, don Giovanni e la Maria.

Anche Patrizia Mencarelli ha voluto rendere omaggio a Maria, di cui ha avuto modo di conoscere la generosa tempra di Perpetua, una specie ormai estinta! Lo ha fatto in occasione dell’intitolazione della pista polivalente annessa alla nuova Chiesa parrocchiale di Bellocchi, creata grazie al suo contributo e alla disponibilità dei suoi famigliari.

                                  La Maria del curét (la curéta)

serva del servo di Dio per quarant’anni

cuore generoso contadino

come le forti donne di una volta

– Maria e Marta al tempo stesso-

ricordo l’andatura frettolosa

il brontolio da chioccia, le ciabatte

la bicicletta carica di spesa

la zappa nell’orto, nel giardino

le ceste di merende pei ragazzi

l’antica aspra pedagogia

ma da Marta Maria qual era

curava con zelante competenza

altare, ceri, paramenti

messali, incensi, oli santi

i banchi nuovi della chiesa

pagati a rate con la sua pensione

ciò premesso visto e dichiarato

cogliendo in lei virtù di grado eccelso,

le consorelle dell’Addolorata

propongono la menzione di beata                                                                                                                                                

da annoverare alla chiesa militante                                                                                             

e per acclamazione popolare

la nominano a gran voce la “curata” .